Sindrome di Wobbler
o
Spondilomielopatia Cervicale Caudale



Che cos’è?

E’ una condizione patologica delle vertebre cervicali medie-caudali (C4-T1) e/o delle relative strutture articolari (disco intervertebrale; legamenti), che comporta un progressivo restringimento (stenosi) del canale midollare, con conseguente progressiva compressione del midollo spinale (mielopatia di tipo compressivo).

Le razze maggiormente interessate sono sicuramente il Dobermann e l’Alano, sebbene sia stata segnalata anche in molte altre razze quali ad esempio Rottweiler, Rhodesian ridgeback, Chow-chow, Golden retriever, Setter inglese, Weimaraner, Schnauzer gigante, Pastore tedesco.
L’età d’insorgenza della sintomatologia è solitamente dopo i 3 anni nel Dobermann ed entro 1-2 anni nell’Alano, ma esistono segnalazioni anche in età molto differenti da queste.

Da cosa è causata?

La base patogenetica che porta alla progressiva stenosi del canale è una instabilità della colonna vertebrale cervicale che nel tempo causa diverse modifiche anatomiche della regione stessa.
Le modifiche anatomiche sono di diverso tipo e possono interessare diverse strutture: possiamo avere deformazioni vertebrali (sia del corpo vertebrale che delle faccette articolari), protusioni discali, ipertrofia (aumento di volume) dei legamenti vertebrali (legamento longitudinale dorsale; legamento flavo).
Tutte queste alterazioni possono presentarsi in grado variabile e più o meno associate tra loro, dando quindi diversi quadri clinici.
Ancora oggi però non è certa quale sia la causa primaria che porta all’instabilità della colonna vertebrale; negli anni sono state formulate diverse ipotesi ma nessuna di loro è risultata completamente esaustiva. E’ probabile che si tratti di una patologia multifattoriale.

Quali sono i sintomi?

La sintomatologia solitamente inizia con andatura scoordinata (atassia) del bipede posteriore: il paziente inizialmente compie passi esageratamente ampi (ipermetria), successivamente presenta anche perdita parziale della capacità motoria (paraparesi), piedi strisciati a terra, con possibili sanguinamenti delle unghie o del dorso del piede, difficoltà a salire le scale e tendenza a cadere con le zampe posteriori.
Progressivamente, con l’aggravarsi dei deficit posteriori, viene coinvolto anche il bipede anteriore che presenterà tipicamente un’andatura a passi particolarmente corti (ipometria) in netto contrasto con il bipede posteriore; fa eccezione l’Alano in cui anche il bipede anteriore presenta la medesima ipermetria del bipede posteriore.
I deficit deambulatori andranno progressivamente peggiorando e comparirà anche rigidità cervicale, con testa portata bassa.
In alcuni pazienti può comparire anche Sindrome di Horner.
Gravità e progressione dei sintomi sono estremamente variabili da paziente a paziente in dipendenza delle specifiche alterazioni anatomiche presenti e della loro velocità d’insorgenza e dinamicità (forma statica e forma dinamica).

Come si diagnostica?

Lo studio radiografico della regione cervicale può evidenziare alterazioni del corpo vertebrale, supportando così il sospetto diagnostico, ma l’indagine di elezione è lo studio di risonanza magnetica perché consente di valutare in modo approfondito non solo eventuali alterazioni dei legamenti (non visibili con la comune radiologia) ma anche eventuali lesioni all'interno del midollo spinale ed il grado di compressione dello stesso.
I riscontri diagnostici, unitamente alla valutazione neurologica, permetteranno di stabilire il trattamento più appropriato per il singolo paziente.

Quale terapia?

Il trattamento può essere medico (terapia conservativa) o neurochirurgico ed è strettamente dipendente dai riscontri della visita neurologica e dello studio di risonanza magnetica.
La terapia medica prevede l’uso di antidolorifici, sia generici che specifici per il dolore neuropatico, ed antinfiammatori.
Le tecniche neurochirurgiche sono diverse a seconda se sia da effettuare una decompressione spinale, una stabilizzazione di colonna o entrambe.
In tutti i casi è comunque basilare ridurre al minimo le sollecitazioni cervicali sostituendo il collare con la pettorina, rialzando le ciotole di acqua e cibo, eliminando tutte le attività fisiche intense (agility dog o allenamenti sportivi) e limitando in generale l’attività fisica (passeggiate brevi e sempre al guinzaglio, niente salti o corse).
In molti casi può essere utile un consulto fisiatrico.